23 gennaio 2009

Nuovi rischi sul lavoro: Le nanoparticelle

Le nanoparticelle come possibile rischio per la salute dei lavoratori. Un recente intervento a cura della Direzione Sanità, Prevenzione Sanitaria ambienti di vita e di lavoro della Regione Piemonte, ha posto l’attenzione su questo particolare tipo di materiale presente negli ambienti di lavoro.
Le particelle nanometriche, o nanoparticelle, caratterizzate da dimensioni ridottissime vengono prodotte già da diversi anni in notevole quantità sotto forma di nerofumo e alcune tipologie di silice destinato all’industria di pneumatici. Ultimamente, i nanomateriali vengono impiegati sempre di più anche nella produzione di componenti elettronici, strumenti sportivi (es. racchette da tennis), indumenti anti-macchia, schermi solari, cosmetici, vernici e colori per il comparto ceramico. Sono, inoltre, utilizzati in medicina a scopo diagnostico, nell’industria dei trasporti e in quella aerospaziale. L’esposizione a questo specifico tipo di particelle negli ambienti di lavoro, è associata in particolar modo alle lavorazioni che comportano la produzione dei “nano-sottoprodotti”. Esempi di tali attività sono la saldatura, il taglio termico, l’impiego di motori diesel, la brasatura, la smerigliatura e la fusione di metalli.Le nanoparticelle possono essere assorbite dal corpo umano per inalazione, ingestione e per via dermica. La via di esposizione principale nei luoghi di lavoro è quella inalatoria.Con la Comunicazione della Commissione CE [SEC(2008) 2036] del 17/6/2008 viene inoltre annunciato che ai nanomateriali si applicano le previsioni del REACH, incluse quelle attinenti alla valutazione del rischio (registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizioni).Le particelle di dimensioni nanometriche, rappresentano dunque un rischio lavorativo esistente, anche se di difficile rilevazione e non ancora regolato da una specifica normativa.